Deus est Relatio... Lanza del Vasto e San Tomaso d'Aquino

 

Daniel Vigne, presidente dell'associazione des Amis de Lanza del Vasto, fornisce elementi di risposta alla domanda posta su Twitter da una lettrice : "Sapete quale è il testo di San Tommaso d’Aquino che ha sconvolto il giovane LdV ?".

Ricordiamo i fatti

« Siamo a Pisa nel 1925, e il nostro giovane filosofo, ateo, sta per fare la scoperta che chiarirà tutta la sua ricerca.  Lanza racconta che su consiglio del suo amico "Antonino il cattolico", egli si reca alla biblioteca dell’Università, chiede il de Trinitate di San Tommaso d’Aquino, lo apre, e gli occhi gli cadono su di una frase che sarà per lui decisiva : Deus est relatio, non autem relativa quia non mutabilis(1). Dio è relazione, ma non relazione relativa bensì assoluta, che apre e include ogni relazione.

La relazione non è quindi solo un concetto : è uno dei nomi di Dio stesso, del Dio vivo e vero. Sorgente unica e plurale che irriga tutta la creazione, Trinità che irradia in tutte le sue opere e vi ci si riflette. Padre, Figlio e Spirito Santo : origine interiore (Padre), rivelazione esteriore (Figlio), comunione nell’amore (Spirito Santo). Dio uno  per essenza, eppure vario nelle Persone o ipostasi.  Da quel momento il pensiero trinitario di Lanza è indissociabile dalla sua fede cristiana, Esplora in modo filosofico ciò che il dogma esprime in modo teologico. Scava con passione nel Mistero(2).»

https://twitter.com/TDalos/status/781413866102226944

 

Riposta

« Deus est relatio, non autem relativa quia non mutabilis ». Citato a memoria da Lanza del Vasto, questo testo non ha una corrispondenza esatta nell’opera di San Tommaso D’Aquino. Ciò che più vi si avvicina si trova nella Somma teologica, che recita :

« In Dio, la relazione non è come un accidente inerente al soggetto, ma come la divina essenza stessa.  E’ quindi sussistente come sussiste l’essenza divina. […] In Dio, la persona significa la relazione, ma la relazione sussistente, cioè la relazione in quanto sostanza o ipostasi sussistente nella natura divina, benché quello che sussite nella natura divina non sia altro che la natura divina stessa » (Prima Pars, domanda 29, articolo 4).

Un testo molto prossimo, e notato da Lanza con molta attenzione, si trova, nel De Trinitate di Sant’Agostino :

« Le persone divine sono costituite dalle loro relazioni, ma queste non entrano nella categoria degli accidenti. I nomi  [di Padre e Figlio] non vengono detti della sostanza, ma della relazione, relazione che non è un accidente poichè è immutabile. » (Trin. V, V, 6 : Non secundum substantiam dicuntur, sed secundum relativum, quod tamen relativum non est accidens quia non est mutabile.)

À questo riguardo, si può consultare l’opera di Daniel Vigne : La Relation infinie. La philosophie de Lanza del Vasto, tome II - L’être et l’esprit, Paris, Éditions du Cerf, 2010, p. 415-418.

 


(1) Lanza del Vasto, Le Viatique I, VII, p. 267-268.
(2) Estratto da D. Vigne, « Lanza del Vasto, philosophe de la Relation », in Supplément aux Nouvelles de l’Arche 50 (2001-2002), p. 1-14.(Supplemento alle Nouvelles de l’Arche 50 (2001-2002), p.1-14