Perché Lanza del Vasto è morto un 5 gennaio ?
La domanda può sorprendere, poiché la morte di ogni uomo è un mistero. Non se ne può prevedere né la data, né le circostanze, né le modalità. Eppure, succede spesso agli uomini di Dio di lasciare questo mondo in una maniera che pare avere un senso e corrispondere a tutto il resto della loro vita.
E così, senza pretendere di spiegare ciò che certamente non ci è dato, possiamo permetterci di notare che la data della morte di Lanza del Vasto è molto significativa. E’ avvenuta la veglia dell’Epifania, festa del Battesimo di Cristo per l’Oriente cristiano, festa dell’Adorazione dei Magi per l’Occidente. Come se avesse voluto terminare la sua corsa alla vigilia di queste due grandi feste e di ciò che rappresentano.
Per quanto riguarda il battesimo di Gesù da parte di Giovanni Battista, ricordiamo che fin dal 1947, Lanza ha posto l’Arca sotto la protezione di questo profeta. Nel Commentaire de l’Évangile (il Commentario ai Vangeli), ci ricorda che la missione di Giovanni Battista è preparatoria : « Egli battezza con l’acqua, per disporre verso Colui che solo può battezzare con il fuoco ». Eppure vede anche questa missione come permanente « Giovanni-Battista e il suo battesimo sono delle figure eterne e il loro ruolo è un ruolo eterno. Poiché i cammini del Signore sono sempre da preparare per nuovi adepti e la conversione va sempre rifatta, anche da parte dei convertiti.»
Lanza scrive inoltre: "Vedo in San Giovanni Battista non solo il cardine tra l’Antica e la Nuova Alleanza, ma anche il punto di giuntura fra tutte le tradizioni religiose. San Giovanni Battista è l’Asceta, colui che conosce se stesso, che raddrizza e prepara le strade del Signore". Alla fine della sua vita Lanza farà questa confidenza a Claude-Henri Rocquet :"E’ davvero doloroso essere da solo ad aver ragione e predicare nel deserto, cosa che ho fatto davvero molto. Vox clamantis in deserto : quale bella immagine del nostro santo patrono, Giovanni Battista !" Il legame di Lanza con la figura del Precursore è veramente una chiave per la comprensione della sua opera e merita di essere approfondito.
Per quanto riguarda l’Epifania, sappiamo che Lanza gli ha dedicato un testo teatrale, un mistero di Natale intitolato La Marche des rois (Il cammino dei Magi). Si tratta dei tre re magi, indirizzati dalla stella verso la capanna della nascita. Lanza del Vasto fa l’elogio di questi saggi in cerca di verità, che portano i tesori della storia dell’umanità.
Alla fine della sua vita, dirà ai suoi compagni : « Figli miei, vi lascio la spiritalità dei magi », cioè lo slancio "stellare" delle religioni pagane verso il Verbo fatto carne. In una lingua poetica e ricca di simboli, La Marche des rois illustra l'odissea dei magi, caricati del « peso di tutta la speranza umana », verso colui che « germoglia in grande mistero... come il sole sotto terra ». In essi ogni uomo può scoprirsi attirato da quel bambino « che tutte le genti ignorano » e invitato ad offrirgli ciò che ha di più prezioso. Ma qui Lanza del Vasto suggerisce più che non spieghi e, anche nella sua morte, ci invita a meditare.
E’ disponibile, in spagnolo, una breve testimonianza del nostro amico Félix Saltor (Saltor F. - Les "tria miracula" de l'Épiphanie, e una riflessione sul senso di questa festa. Infatti, nell’antica liturgia latina, si faceva memoria il 6 gennaio di tre eventi collegati: l'Adorazione dei magi, il Battesimo di Gesù al Giorndano, e il miracolo delle Nozze di Cana. Questa l’antifona che veniva cantata allora : Tribus miraculis ornatum diem sanctum colimus. Hodie stella Magos duxit ad praesepium, hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias, hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit ut salvaret nos, alleluia !